
Webinar Retail e Pandemia: Qual è il futuro del settore moda?
Il webinar, introdotto da Federazione Moda Italia, ha messo in luce l’importanza del comparto moda che in Italia conta 115.000 punti vendita e 313.000 addetti.
L’effetto del Covid sul cluster moda è costato una perdita pari a 20 miliardi di euro di consumi. Non solo un impatto economico, ma anche socio-culturale: l’iper-connessione e le restrizioni imposte ai movimenti e alle attività, oltre al distanziamento sociale, hanno infatti mutato abitudini tecnologiche, sociali e di consumo, generando nuovi trend di consumo.
La pandemia ha accelerato alcuni trend, come per esempio la riscoperta dei negozi di prossimità, la ricerca della sicurezza sanitaria e un abbigliamento confortevole. L’e-commerce continua ad avere un ruolo molto importante per il cluster moda.
Passando allo scenario turistico, dall’intervento di Global Blue Italia, è emerso che nel 2019 la maggior parte dei turisti in Europa era di nazionalità cinese (41%). In questi anni, con l’avvento della pandemia e le limitazioni di traffico, il turista internazionale riconferma il proprio interesse a venire in Europa a fare shopping, ma attende che ci sia l’elemento sicurezza, fattore che rappresenta il fulcro del ritorno dello shopping tourism. Per quanto riguarda il turismo extra UE, è interessante evidenziare il trend del turismo inglese, che in Italia registra uno scontrino medio di oltre 3.000 euro e un particolare interesse per la categoria merceologica dei gioielli e degli orologi.
Per quanto riguarda l’aspetto della formazione, invece, dall’intervento dell’Accademia della Moda è emerso che la didattica a distanza, seppur indispensabile nel periodo di lockdown, a lungo andare non permette la “contaminazione” tra studenti e lo scambio di idee e di passioni. Per questo è importante riuscire a mantenere un equilibrio tra il digitale e il fisico, così da permettere a chiunque di poter seguire dei corsi, una sfilata o altri eventi di moda, senza però rinunciare all’esperienza in presenza.
Spostandosi sulle testimonianze dei brand di alta moda, con il contributo di LVMH Watch & Jewelry Italy si è fatta chiarezza sugli effetti della pandemia sul settore retail. Nei mesi passati si è assistito ad un calo dei consumi a fronte del blocco del turismo e del lockdown, una concentrazione del business sulle boutique retail, una chiusura delle location secondarie, uno sviluppo di nuovi servizi retail (focus digitale) e una particolare attenzione sulle location top market.
La pandemia ha inoltre accelerato il bisogno di offrire un’esperienza di acquisto sempre più customizzata e diretta, valorizzando l’intermediazione del canale wholesale invece di escluderla. Questo il focus dell’intervento del Gruppo Peuterey, che ha evidenziato come la disintermediazione richiesta e favorita dai canali digitali, che oggi sono canali di comunicazione, enterteinment, formazione e vendita, ha subito in questo anno e mezzo di pandemia un’accelerazione notevole. Con il normalizzarsi della situazione pandemica, il mercato premierà quei marchi che in questi mesi avranno saputo consolidare e valorizzare il proprio brand e che avranno creato partnership forti con la propria distribuzione.
Un’altra importante sfida per il retail sarà quella di consolidare il rapporto di fiducia tra il marchio e il cliente, questo il tema emerso dal contributo di BOGGI, che attraverso lo strumento del clienteling è passato da una relazione “uno a pochi” ad un approccio “one to one” sviluppando così una forte brand identity.
Conoscere il proprio cliente potenziale e offrire un prodotto di lusso accessibile, senza rinunciare alla qualità del Made in Italy sono stati invece gli highlights dello speech di Alessandra Gallo.
Il webinar si è concluso con la presentazione dei dati del Report Retail Fashion High Street 2021 realizzato da World Capital e Federazione Moda Italia. Dallo studio è emerso che a fronte della pandemia i valori di locazione hanno subito delle contrazioni in tutta Italia, soprattutto al Sud e sulle Isole dove la variazione negativa è stata del 7%. Per quanto riguarda il tempo medio di sfitto, esso risulta in aumento in tutte le principali città italiane, con un trend più contenuto al Nord dove si registra una vacancy di 2/3 mesi. La via commerciale più lussuosa in Italia si riconferma Via Monte Napoleone a Milano con 10.500 €/mq/anno, posizionando al sesto posto della classifica mondiale delle High Street.