Recesso
Il diritto di recesso è la manifestazione unilaterale di volontà diretta di far venire meno gli effetti del contratto di compravendita.
La compravendita immobiliare si stipula tramite un contratto con il quale un soggetto, detto venditore, trasferisce la proprietà di un proprio immobile ad un altro soggetto, detto acquirente.
Tutto questo avviene a fronte di un corrispettivo.
Tuttavia, è possibile annullare il contratto di compravendita immobiliare avvalendosi del diritto di recesso.
Si va dunque a sciogliere un vicolo contrattuale prima della sua scadenza.
Questa facoltà è stabilita per legge per determinati contratti o dalle parti, inserendo un’apposita clausola nel contratto. In genere tale diritto è applicabile ai contratti di durata, come quello di locazione
Alcuni esempi di contratto
Esistono diversi tipi di contratto ai quali può essere applicato il diritto di recesso.
Alcuni esempi sono il codice del consumo, il contratto di appalto, il diritto societario ed infine il recesso convenzionale.
Quest’ultimo è quello che troviamo in ambito immobiliare, che riconosce il diritto di sciogliere unilateralmente il rapporto contrattuale.
Quando si può richiedere?
Secondo la giurisprudenza anche in mancanza di preavviso il recesso è valido ed efficace.
L’importante è non abusare di tale diritto.
La legge inoltre prevede spesso delle sanzioni a danno della parte che si sciolga dal contratto senza rispettare i termini di preavviso.
Modalità di recesso
Di solito si può richiedere il diritto entro 14 giorni dalla stipula del contratto di compravendita. Se il diritto viene esercitato dopo il quattordicesimo giorno, può essere richiesto il pagamento di una penale.
La modalità più comune è quella mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, entro un limite di tempo prefissato.
Altre volte, invece, la richiesta avviene tramite compilazione di un modulo online.
In caso di recesso convenzionale è possibile richiedere una deroga con effetto retroattivo.
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